SALITA AL PIZ BOE': 3(mila) METRI SOPRA IL CIELO


In questi giorni di gran caldo è meglio andare in montagna, magari verso i 3000 metri di quota, dove l'aria è sempre frizzantina e volendo si può prendere il sole che, come ben sappiamo, in montagna, abbronza molto di più che al mare, facendo sempre attenzione ai raggi cattivi mettendo una buona protezione.

















Il punto di partenza è laggiù in fondo, Passo Pordoi. Si sale con la vertiginosa Funivia che va dai 2240 metri del passo, ai 2950 metri della stazione d'arrivo e del Rifugio Maria al Sass Pordoi.









Una delle balconate più incredibili delle Dolomiti, che però non fa parte del patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco, infatti il Gruppo del Sella, assieme al Sassolungo e Sassopiatto, sono stati esclusi da questo riconoscimento per vari motivi, ad esempio la mancanza di un parco che possa garantire la protezione, e la troppa antropizzazione e troppi interessi privatistici.









Scesi dalla funivia, sono d'obbligo le foto al Sassolungo, alla Marmolada, e anche al gruppo del Sella stesso.









Si prosegue in discesa sulle balze del Sass fino a raggiungere la forcella Pordoi con il suo rifugio 100 metri di dislivello più in basso. E' il punto dove arriva il sentiero proveniente dal passo, per chi amasse fare tutto in forma ecologica senza prendere la funivia. Negli anni '70 quando per la prima volta vidi le dolomiti con i campi scuola dell'ACR, qui era quasi un'impresa arrivare. La neve era persistente e il canalone, forse sarà stato perchè ero giovane e non molto coraggioso, incuteva timore. Oggi non è poco più che un sentierino con gradini in legno su un ghiaione che ha perso molto del suo fascino.









Si prosegue in falsopiano su sentiero fino a raggiungere la base della piramide del Piz Boè e qui si sale per le rocce su sentiero sicuro e mai esposto, con l'aiuto di funi metalliche dove il salire delle roccette può essere difficoltoso senza appoggi. E' altrettanto divertente come salire il vallone delle Torri del Vajolet anche se meno impegnativo, a mio avviso. Poi se ti trovi davanti, come è successo quella volta che sono salito assieme a mio figlio Michele, una giovane signora in gonnellino, la passeggiata diventa tranquilla e senza patemi di voler superare e fare a gara... con calma, guarda che paesaggio!









L'arrivo è sul cucuzzolo della montagna nel vero senso della parola, a 3.152 metri. Nelle giornate di agosto è praticamente impossibile trovare posto per sedersi sulla cima per fare uno spuntino. Pertanto, è quasi d'obbligo mangiare alla Capanna Fassa, il rifugio, dove si mangia incredibilmente bene! Se non si mangia in Capanna, la cosa più difficoltosa risulta il bisognino. Infatti esiste il bagno ma, già la sua denominazione "WC alpino", dovrebbe far capire che non ci resti dentro sicuramente per molto tempo e che tutto sommato è meglio trovare un altro posto: una baracca con un buco sul fondo da cui si intravvede il baratro. Potrebbe risultare curativo per situazioni croniche di stitichezza!









Dopo aver mangiato, si può scendere dall'altro versante che cala sul Rifugio Boè a 2871 m. Anche qui il sentiero non presenta difficoltà alpinistiche e non ha punti esposti, piede fermo e giù.









Il Rifugio si trova allo sbocco della Val de Mesdì che sale da Colfosco in Val Badia. Una volta anche questa valle terminava con un ghiacciaio che ora, è solamente un ricordo di chi ha qualche anno in più. Bellissime le viste sulle varie torri che incombono sulla valle. Panorama che spazia fino alle alpi austriache.









Si rientra su sentiero con lievi sali e scendi fino alla forcella Pordoi per poi, affrontare la salita che porterà alla stazione della funivia. Scendendo si potrà portare l'occhio a scorgere i camosci che pascolano sulle balze scoscese del Sass Pordoi oppure, vedere sui prati, ormai vicini all'arrivo della funivia, i fuggi fuggi delle marmotte spaventate dal passaggio degli escursionisti o anche dall'ombra della cabina della funivia scambiata per quella di qualche falco minaccioso!









Vi consigliamo caldamente questa escursione, sarete tutto il giorno 3000 metri sopra il cielo!









Debbo fare un'aggiunta a questa storia, molto importante. Questa foto, è stata realizzate nel 2010, in una giornata che inizialmente era limpida. Nel pomeriggio però, il tempo era decisamente cambiato, e nella via del ritorno ci coglieva una grandinata tremenda. Per fortuna eravamo riusciti a ripararci sotto la sporgenza del rifugio di Forcella Pordoi ad aspettare che il brutto tempo passasse. Terminato il temporale, la temperatura era scesa in maniera impressionante, tutto il percorso fino alla stazione della funivia era completamente imbiancato di chicchi di grandine. Arrivati alla funivia, era tutto bloccato. Infatti era in corso un salvataggio da parte del soccorso alpino proprio sotto la funivia. Sulle pareti a picco del Sass Pordoi, per il freddo, il ghiaccio , e la paura, delle alpiniste straniere erano rimaste incrodate alla parete e non erano più riuscite a muoversi. Dopo un po', dall'inferiata che delimita la stazione della funivia, vediamo apparire dei ragazzi giovanissimi, sicuramente sotto i 20 anni che, con corde e a braccia issavano delle persone impaurite e tremanti. Erano i nuovi giovani soccorritori del soccorso alpino di Canazei, quelli che da pochi mesi avevano preso il posto degli eroi che erano morti il giorno di Santo Stefano per correre in soccorso di altri due scalatori sepolti sotto una valanga in Val Lasties. Per molti, loro sapevano che stavano facendo una cosa pericolosissima, molto di più del solito ma, non si sono tirati indietro e di notte sono partiti. In Val Lasties una valanga li ha travolti uccidendone 4. Una certa impressione nel vedere quei volti giovanissimi, forse figli o parenti di quelli che erano morti, nel raccontarlo mi viene ancora oggi un groppo alla gola come in quel momento. Quando l'ultima alpinista fu oltre l'inferiata, l'applauso liberatorio di tutti i presenti sciolse la tensione, li accolse e idealmente li abbracciò tutti. Che dire?






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