Lanzarote: Il Parco del Timanfaya






In dicembre 2017 ci siamo recati per la prima volta alle Canarie e più precisamente, nella prima isola che si incontra arrivando dall'Europa: Lanzarote.





A differenza delle altre isole Canarie che hanno, come visto per Tenerife e La Palma, differenti zone climatiche/vegetative, che vanno dal deserto alla foresta di conifere, Lanzarote è, per così dire, monotematica. Nel senso che è un grande deserto lavico con innumerevoli crateri vulcanici.









L'isola, pur conosciuta dai romani, è stata abitata dai Guanci che, sono vissuti come all'età della pietra fino alla riscoperta, da parte dell'esploratore di Varazze, Lanzerotto Maloncello, al quale è attribuita la scoperta delle isole Canarie, nel 1312.





L'eruzione che ha cambiato la morfologia di Lanzarote è durata 6 anni, dal 1730 al 1736, distruggendo tutto ciò che incontrava e minacciando anche la capitale Arrecife. Questa eruzione ha lasciato "prati" basaltici, coste e spiagge nere. A parte qualche piccolo arbusto in zone particolari, il resto è deserto, interrotto nei centri abitati da giardini con alte palme, ma sono chiaramente di coltivazione. Unica coltivazione rilevante è quella dell'uva per la produzione del vino locale. Per proteggere le piante dal vento, viene creata una buca nel "prato lavico", sul fondo della quale cresce una pianta di vite, piccola e bassa, che produce generalmente malvasia.

















Forse uno degli hotel più belli, dei tanti dei quali siamo stati ospiti negli ultimi anni, è l'H10 Rubicon Palace. Grandioso, più in vastità che in altezza, pertanto non soffocante. Mangiato bene e riposato altrettanto bene. Palestra attrezzatissima, e alla mattina alle 7, esercizi con il sole che sorge! Soddisfazione anche questa!













Per visitare il Parco Timanfaya occorre armarsi di pazienza, il parco infatti è una delle principali attrazioni di Lanzarote. Si arriva alla garrita e si acquista il biglietto e ci si mette in coda in auto sulla strada che sale fino alla sommità del cratere dove c’è il parcheggio e da dove partono i pullman per le visite guidate. Tutto ciò, è per noi molto limitante in quanto amiamo camminare. Però bisogna anche accettare il fatto che qui la vita fa fatica a riprendere E pertanto anche il solo passaggio su sentieri delle persone potrebbe causare la perdita di importanti soggetti vegetali. Chiaramente il giro il pullman, con continui saliscendi nelle varie bocche eruttive della montagna, è molto interessante per le forme e i colori della rocce che si incontrano. 

















Sulla sommità si intuisce che il vulcano non è spento. Varie dimostrazioni, da parte del personale del parco, impressionano i turisti. Come quella di far appoggiare il turista ignaro vicino ad una roccia, ovviamente caldissima, oppure con una forcone mettere della paglia sopra ad un foro e vedere che la paglia prende fuoco, o meglio ancora, dentro al ristorante El Diablo, assistere alla cottura della carne su di una griglia adagiata su un foro che precipita dentro la montagna.









Anche il ristorante El Diablo è stato costruito su progetto di Cesar Manrique, architetto e artista locale, che attraverso le sue opere, ha creato dei punti di interesse ed attrazione turistica, sempre rispettosi ed integrati nella natura, tanto che sono diventati i luoghi più visitati di Lanzarote. (Jameos del Agua, Jardin du catctus, Mirador del Rio, Casa Manrique e altre)









Il Timanfaya è anche visitabile in dromedario ma, facendo un percorso diverso e non mi sembra comprenda la visita alle formazioni del cratere principale. Inoltre si possono compiere anche visite guidate con guide del parco a piedi ma, bisogna informarsi e organizzarsi molto prima con la prenotazione.









Sul Timanfaya ci si rende conto di come poteva essere la terra ai primordi e di quanta potenza abbiamo sotto i nostri piedi senza mai rendercene conto.





Pertanto, armatevi di pazienza, e non fatevi scoraggiare dall'attesa, la montagnas di fuoco merita bene una visita!


Commenti

Post più popolari