A Napoli non solo San Gennaro fa 'o miracolo!


Agosto, siamo in vacanza vicino a Napoli e non si può fare a meno di fare una visita a questa città meravigliosa, per molti secoli capitale del regno Borbonico. Titubanti, timorosi, guardinghi, per come viene dipinta la città, arriviamo con la ferrovia Cumana a Montesanto, nel cuore di Napoli. Nessun problema, nessun fastidio, tanto colore! Passiamo per i decumani pieni di negozi all'aperto e di ristoranti, seguendo l'onda di turisti.

Tanti colori, tanti profumi, chiari e scuri degli alti portici, fili, prodotti alimentari mischiati a cornetti portafortuna, a maschere di Pulcinella.

San Gregorio degli Armeni attira l'attenzione di Mariacristina in quanto, anche ad Agosto, ha chiaramente un'aria natalizia, con statue, presepi, tamburelli con colorato sopra il golfo di Napoli.

Si fa poca strada, impossibile non cogliere la bellezza di questo luogo, la macchina fotografica scatta di continuo!

Stanchi, decidiamo di fermarci in un giardino che intravvediamo al di là di un portone. E' uno dei tanti chiostri di Napoli, San Gregorio Armeno.

Ci sediamo ma, vediamo che alcune persone, guardano da alcune finestre basse, a filo del terreno, stanno seguendo qualcosa che avviene dietro quelle finestre. Attendiamo il nostro turno per guardare.

Ci affacciamo alla parte superiore di una chiesa. Sotto, una funzione religiosa con canti e preghiere. Si capisce subito che, il celebrante deve essere molto importante, per i paramenti che indossa e per lo stuolo di altri prelati a lui attorno. Vediamo che ad un certo punto agita delicatamente un'ampolla e la espone alla vista di tutti: non era chiaro quello che vedevamo ma, tutti i presenti applaudirono al miracolo del sangue liquefatto!

Ma non siamo al 19 settembre, San Gennaro e la chiesa di San Gennaro è da tutt'altra parte! E così scopriamo che Napoli ha due Compatroni e il sangue di tutti e due, si liquefà in una data precisa, facendo gridare al miracolo. La chiesa di San Gregorio Armeno, ospita le reliquie di Santa Patrizia da Costantinopoli, che la tradizione vuole naufragata davanti le coste di Napoli, dopo aver rinunciato ai suoi diritti dinastici e donato tutto ai poveri e ai bisognosi.

Poi, finita la funzione, l'alto prelato e la reliquia, salirono ai piani superiori della chiesa che , corrispondevano al pian terreno del chiostro. La Santa reliquia andava riposta in un altare nella cappella del chiostro, sotto la sorveglianza di un ordine religioso di suore. Nel tragitto, passò proprio davanti a noi e potemmo così vedere, con i nostri occhi, il sangue contenuto e con questo creare ancora più confusione nelle nostre confuse fedi!

Certo non ci aspettavamo di poter assaporare anche questo aspetto di Napoli e della napoletanità, un episodio in cui ci siamo sentiti meno turisti, meno consumatori inseriti in un circuito economico volto a sfruttare le bellezze di un luogo ma, testimoni del modo vero di vivere di una città, di una sua tradizione e di una sua fede, fede che ricorre anche nei nomi delle persone. Siamo abituati a considerare comune per un napoletano chiamarsi Gennaro ma, vi eravate mai chiesti perché è così comune il nome Patrizia tra i napoletani? Ora lo sapete.


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