Chi ha detto che non si può viaggiare? (4)


Giorno 4 - 17 aprile 2020





E niente, ero già convinto di dover andare a fare il giro del promontorio di Gibilterra da solo invece, visto che tutto sommato la giornata, non è male e la temperatura anche stanotte non è mai scesa sotto i 15 gradi, Cri decide di venire anche lei. Non ha ancora deciso se vorrà vedere le scimmie, le fanno ribrezzo.









Costeggiamo il mare e arriviamo al confine con United Kingdom. Fa un po' di effetto, sicuramente, però ci siamo abituati. Ci era già successo a Cipro, dove per andare alla ricerca di orchidee, siamo arrivati fino sul cancello della base della RAF e a seguito dell'impercettibile movimento della canna del mitragliatore del piantone, capimmo subito che dovevamo fermarci e imboccare la bella rotatoria per fare dietrofront.









Passiamo la frontiera, ma subito dobbiamo fermarci. Uno spazio ampissimo, nessun incrocio, ma semaforo rosso. Un rombo, un aereo si sta avvicinando, atterra sulla strada, aveva il verde. Incredibile dove hanno ricavato l'aeroporto. Una piccolo istmo che viene tagliato perpendicolarmente dall'aeroporto, che ne sfrutta tutta la larghezza, tagliando in due la strada di accesso alla città di Gibilterra e alla sua rocca. In più ,non essendo sufficiente la larghezza naturale, hanno prolungato la pista dentro il mare. Avevamo già visto gli aerei dal nostro hotel atterrare, ma non ci eravamo resi conto che lo facessero su qualcosa di artificiale.









Superato l'aeroporto, giriamo a sinistra, per fare il giro orario del promontorio. Fortunatamente si circola sulla destra. Il mare è sulla nostra sinistra, la strada è pianeggiante e ci dirigiamo verso dove il Mar Mediterraneo si scontra con le onde l'Oceano Atlantico, le mitiche colonne d'Ercole. La roccia sulla destra è veramente un bastione e si può ben capire perchè i britannici non la cedano alla Spagna., E' praticamente una posizione inespugnabile con le armi convenzionali. Una lunga galleria, poco illuminata, facciamo fatica a vedere, i fanali fornitici servono a ben poco. Cri non è molto contenta e soffre enormemente in galleria, memore anche delle forature subite al lago d'Iseo. Con qualche smadonnamento ne usciamo e giù in discesa, Non ci eravamo accorti che la galleria era anche in salita, tanta era la preoccupazione, per fortuna non c'è traffico.









Ci fermiamo al faro sulla punta, in fondo l'Africa. Avevo pensato, inizialmente, di fare anche una puntatina in Africa, fino a Ceuta e da lì a Tangeri e prendere il traghetto di ritorno per Algeciras. Ma Cri mi ha fatto desistere, era troppo per lei andare in bici in Africa, non si sentiva sicura, forse avrà pensato ai leoni, mah!









Riprendiamo la strada, un'altra galleria, meno lunga fortunatamente. Ma questo è un budello, no una strada. Strettissima, si passa solo uno alla volta, gallerie che sembrano degli antri di Circe, caratteristici finchè vuoi, speriamo non arrivi nessuno. Arriviamo al piazzale della Funivia, guardiamo l'ora, quasi le 13,30. No, non ce la facciamo e poi, lasciare le bici per strada, non ce la sentiamo. Proseguiamo, abbiamo ancora tanti chilometri da fare.









Riguadagnamo l'aeroporto dopo aver percorso un dedalo di stradine trafficate. Adesso è verde e possiamo passare. Ripassiamo davanti all'hotel segnando un 22 km in più dei preventivati per oggi, e partiamo per la tappa. La nostra destinazione sarà un punto in alto della costa , praticamente alla fine della salita che si deve fare per giungere a Tarifa, la parte più a ovest dello stretto di Gibilterra. Praticamente dovremo fare tutto l'arco della baia di Gibilterra o di Algeciras e poi salire. Ci fermeremo a El Bujeo, nome che a noi veneti fa indubbiamente morir da ridere.





Riusciamo ad uscire da un dedalo di zone industriali e depositi di raffinerie e percorriamo alcune strade di campagna. Transitiamo attraverso una brughiera che ci dà soddisfazioni a livello di orchidee ma, la caccia fotografica alle orchidee, richiede tempo e passare palmo a palmo una zona per fare ritrovamenti interessanti. Oggi dobbiamo pedalare. La strada comincia a salire in mezzo a boschi di macchia mediterranea. Bellissima questa strada con continui saliscendi, oliveti a perdita d'occhio, ci ricorda la Toscana con tutte queste balze.









Ritorniamo in pianura e costeggiamo anche l'autostrada per vie minori. Oggi la traccia ci fa passare in mezzo alla campagna, decisamente più interessante, anche se i panorami che amiamo sono quelli della costa, siamo stati abituati troppo bene con i viaggi in Dalmazia e nel sud d'Italia, panorami mozzafiato. Abbiamo fatto tutto il giro ad arco di Algeciras, però siamo ricapitati sulla N 340 e non c'è verso. Siamo in salita con doppia corsia dalla nostra parte, un po' di spazio, non molto prima del guardrail. Dobbiamo fare attenzione a correre sulla linea bianca e non oltrepassarla per non rischiare di strisciarle sulla lamiera. Un primo paesino e poi siamo a El Bujeo. Stasera saremo ospiti da Sancho. Dai oggi ci è piaciuta come tappa, più varia ed interessante. Anche il tempo è stato sufficientemente buono, il vento non ha dato fastidio e il sole comincia a scaldare anche se l'aria è frizzantina, ma a 20 gradi si pedala bene. Oggi 59 km in 5 ore e mezza. Domani siamo a Tarifa, e dai racconti di altri, ho molte aspettative, speriamo sia così!


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