Chi ha detto che non si può viaggiare? (5)


Giorno 5 - 18 aprile 2020





Si stava bene qui alla Meson de Sancho, Cri si è stesa in piscina a prendere un po' di sole finchè io mi sono fatto due passi per vedere se trovavo qualche orchidea interessante. Non sono esperto, con i nomi faccio casino e poi si mettono anche gli esperti, che ogni 3 x 2 cambiano il nome e attribuzione alla specie, ti frantumano i cromosomi e inoltre devi schierarti con la corrente di pensiero del tale o del talaltro. Io faccio foto!













Cri mi guarda di traverso, "Sì dobbiamo andare!" Per fortuna l'inizio è in discesa. Per un po' teniamo l'antivento, ma poi via a spalle scoperte, siamo venuti in Spagna apposta! Prima sosta dopo breve al mirador. Vedute sulla lontana Africa e sullo stretto di Gibilterra. Navi che passano in continuazione, pattugliamento di navi da guerra spagnole. Una foto, uno sguardo all'Africa, due sospiri, uno mio di occasione perduta, uno di Cri di scampato pericolo!









La sommità del crinale è un susseguirsi di pale eoliche che sfruttano quello che qui non manca mai e ce ne accorgiamo. Eravamo preparati, ce l'avevano annunciato in molti, ma tutto sommato è andata meno peggio di quello che pensavamo. Cri mi distrae con le sue mosse in discesa, si mette a cantare " Dov'è il pollice, eccolo qua.... "e io mi aggiungo sempre quando c'è da cantare dov'è il medio..... non vado oltre per non essere volgare, anche perchè finora tutta discesa e non c'è la stanchezza ad annebbiare il cervello, che potrebbe lasciar partire parole inconsulte. Il bianco domina negli edifici di Tarifa, ci dirigiamo verso il porto. Arriviamo al ponte che la collega a Isla de las Palomas. C'è un divieto d'accesso, e vediamo le bici parcheggiate sulla inferiata del ponte, solo gente a piedi e un controllo da parte di un poliziotto. E' il punto più a sud d'Europa, questo è il punto reale dove s'incontrano l'Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo. Non possiamo accedere alla punta vera e propria, Una caserma ci impedisce l'accesso all'isola, possiamo solo rimanere alla fine del ponte. L'acqua è di un azzurro incantevole, ci arrischiamo a camminare sulla sabbia a piedi nudi, speriamo non ci dia fastidio la sabbia pedalando poi, ma una bella passata in mezzo le dita dei piedi e via!









Passiamo per il centro di Tarifa. Data la sua importanza militare, si notano chiaramente le influenze culturali delle dominazioni del passato, un misto di stile fra l'arabeggiante, il romano, il bizantino!









La N-340 prosegue piatta, il sole si sente sulla pelle anche se l'aria non è calda, si viaggia spediti, adesso anche sospinti dal vento che proviene da est e per noi adesso è a favore. A sinistra, sullo sfondo, il mare, pochi accessi e numerosi privati, pedaliamo. La strada è bella, sarebbe bellissima se non fosse trafficata, ci ricorda molto la D8 della costa Dalmata, tra Biograd e Sibenik e fortunatamente, ha una bella banchina da usare come pista ciclabile. Lasciamo la strada principale e giriamo a sinistra verso Bolonia, per poi poter costeggiare. E' una strada secondaria che dovrebbe condurci verso il mare, però qui vedo colline, Cri sbuffa! Si qualcosina va su ma niente di preoccupante, in qualche chilometro di divertente strada, al di fuori del traffico, giungiamo alla spiaggia di Bolonia. E' una spiaggia piuttosto ampia ed è fiancheggiata da una strada che porta verso le dune. Guardandole, non possono non venirmi a mente quelle di Maspalonas. Che corse, alla Villaggio/Kranz con il camellino di peluche, giù per le dune "Chi viene voi adesso?Venire Kranz, grande prestidigitatore tetesco!" Ah, ah, ah, che tempi!









Sono quasi le tre, la pancia protesta! Avanti con le banane e le pseudobiscottate! Ci fermiamo vicino al parco archeologico, un buon motivo per mangiare velocemente e fare qualche foto. E' un sito unico in Spagna per la completezza dell'impianto urbano romano ritrovato. Fondata nel II secolo a.C, conserva i resti di templi, foro, basilica, terme e un teatro.









Questo è il tratto che più attendevo, voglio gustarmi tutta la costa fino a Barbate, spero non ci siano interruzioni o strade non percorribili, dover tornare indietro seccherebbe non poco. Proseguiamo fino a trovare una strada sterrata a sinistra che ci dovrebbe portare al faro de Camarinal, il cancello è aperto, controlliamo la mappa, non c'è alternativa, scendiamo lungo la strada. Superiamo il faro e arriviamo sulla spiaggia con delle abitazioni, dove ci sono abitazioni c'è sempre una strada, e infatti troviamo la CA-2216. Perfetto era proprio questa, costiera che ci fa vedere bellissimi scorci di mare, Playa de cabo de la Plata. Spiagge immense con zoccoli di cavallo.









Dopo Cabo de la Plata, costeggiamo il mare, con spiagge ampissime segno di fondali bassi. Strada pianeggiante e scorrevole, poco traffico, si viaggia prestando attenzione alle mucche, qui pascolano anche vicino al mare. Dopo aver lasciato per qualche chilometro la costa, ritorniamo verso il mare e dopo un duna, ecco in fondo le bianche case di Barbate, stiamo arrivando. Sul ponte che oltrepassa il fiume, che sta terminando la sua corsa dentro il mare, persone che pescano. Qualche giravolta all'interno del paese per beccare il senso di marcia giusto ed ecco l'Hotel Nuro! Capiamo perchè costa metà degli altri, ma questo c'era. Inoltre stasera dovremo gironzolare per trovare un ristorante. Speriamo bene! Oggi 54 km, 5 ore. Primo giorno di buon sole, speriamo in qualche grado in più e poi saremmo al top.


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