Chi ha detto che non si può viaggiare? (7)


Giorno 7 - 20 aprile 2020





All'Hotel Illunion si sta bene. Cri ha preso il sole fino a tardi ieri sera, ma stamattina ci siamo dati da fare per partire un po' prima. Al momento è bello, il sole splende, ma le previsioni danno burrasca nel pomeriggio. Riusciamo a partire verso le 10.00, il vento è piuttosto forte e viene da sud-ovest. La nostra direzione per oggi è verso nord-ovest. Forse non ci darà fastidio, speriamo spinga sui borsoni e sulle spalle e che ci dia una mano.













Usciamo dalla zona residenziale di Conil de la Frontera , e anche se leggermente defilati dal mare, incontriamo numerevoli accessi che portano sulla spiaggia. Facciamo delle incursioni a Torre del Puerco, perchè il nome ci piaceva tanto. Il procedere verso il mare risulta notevolmente difficoltoso, si deve pedalare contro vento il quale, soffia a 30 km orari.













Da Conil de la Frontera a Torre del Puerco, si procede in mezzo alla campagna su una strada costeggiata da pini marittimi, non trafficata. Si può mantenere un' andatura tranquilla e rilassante. Bisogna prestare attenzione alle pigne, di notevole dimensione, che si incontrano, e cercare di evitarle per non cadere. Probabilmente staccate dal forte vento di questi giorni, anche se qui il vento è praticamente sempre forte e costante. Quando si entra invece, in una zona residenziale, i viali si allargano, e i pini vengono sostituiti dalle palme. Costeggiamo la playa de Barrosa su una strada di sabbia, ma ben battuta, dove le ruote delle nostre biciclette non affondano.









A Torre Barmeja, termina la spiaggia per lasciar posto ad una piccola scogliera colorata di rosso. Arriviamo fino al porticciolo di Sancti Petri, da dove si scorge il paese di San Fernando dall'altra parte della laguna. Sono le 11,00 e a me sembra che il tempo tenga bene, speriamo che i meteorologi si siano sbagliati. Per superare le lagune di Chiclana e arrivare a Cadice, dovremo fare una grande curva, un semicerchio di circa venti chilometri per raggiungere l'istmo che collega Cadice alla terraferma. Passiamo per il centro della città di San Fernando, è una città con 100.000 abitanti, circa come Vicenza.










Prendiamo il Sendero Santibanez, una strada sterrata che costeggia l'autostrada, al tempo stesso, anche le saline e le lagune di pesca. Uccelli trampolieri popolano le valli: cavalieri d'Italia, anatre di varie forme e colori, defilata, qualche nuvola rosa di fenicotteri., A causa di un cartello di divieto di transito alle biciclette, dovremmo uscire dal sentiero, ed immetterci sulla superstrada che percorre l'istmo di Cadice. Non ci sembra una grande bella idea. Vediamo delle auto transitare ugualmente sullo sterrato per raggiungere una casa. Tentiamo anche noi. Dopo la casa, il sentiero procede anche bello largo, non vediamo alcuna interruzione. Il vento, che per 7 chilometri ci ha sospinti indietro, facendoci perdere non poche energie, ora è alle spalle e spinge. Il sentiero e la strada sterrata si ricongiungono e proseguono verso Cadice. Siamo a Cadice e ammiriamo la lunga spiaggia che costeggia l'istmo da parte a parte.













Attraversiamo tutta Cadice a raggiungere l'Hotel Las Cortes De Cadiz, praticamente sulla punta estrema verso l'Oceano, in centro storico. Attraversiamo viuzze strettissime che ci costringono a scendere dalla bicicletta. Raggiungiamo l'Hotel dopo 4 ore di pedalata e 44 chilometri. Sono le due e qui è ora di pranzo. Il vento ci è stato amico, a parte quei 7 km, oggi ci meritiamo un bel pranzo in qualche ristoranti di Cadice.









Parcheggiamo le bici in un ricovero dell'Hotel e ci dirigiamo verso una trattoria consigliata dal portiere, loro conoscono sempre tutto e sicuramente andremo da un suo amico, siamo fiduciosi, non potrebbe essere altrimenti. Arriviamo al ristorante che a pranzo propone le immancabili tapas, prendiamo sulla parola, d'altronde come potevamo capire cosa sarebbero state le tapas proposte. E' andata bene, soprattutto per Cri, che non sente i sapori ma, sapendo che era una salsa piccantina con delle crocchette, è andata a nozze!









Veniamo a conoscenza dell'esistenza di un Teatro Romano, ritrovato degli anni '80 a seguito di un incendio, con conseguente abbattimento degli edifici distrutti. Costruito nel I sec. A.C., è considerato il secondo più grande teatro romano esistente. E' ancora inglobato all'interno degli edifici esistenti della città e con la vista dall'alto, si nota che il quartier conserva la geometria del teatro originario. Qualche foto per l'importanza del ritrovamento ma, come direbbe la nostra esperta di monumenti, Cri: "vecchiume!", concordo.









D'obbligo la visita alla Torre de Tavira, vecchia torre di avvistamento uso del porto. Unica la camera oscura di cui è dotata. La luce rifratta dalle lenti, entra all'interno della camera oscura proiettando un'immagine della città su di un piano. Anche il panorama dalla terrazza è ampio e ben si capisce la sua strategica funzione.













Manco a dirlo, il tempo ci è stato amico ormai è tradizione , che dove arriviamo io e Cri, il tempo sia sempre bello! Lo sanno anche le agenzie di viaggio, ci chiedono sempre dove siamo diretti per consigliarlo ai loro clienti!!!! :)) Il tramonto si sta avvicinando e la cattedrale prende un colore rosato. Andiamo a cena in hotel, abbiamo aspettato un po', qui non c'è problema andare a mangiare alle 21,00. Abbiamo atteso che le tapas di oggi, belle toste, lasciassero posto a quello che deve venire stasera. Sì la fame c'è, ma neanche più di tanto, ma si sa, l'appetito vien mangiando, ne siamo sicuri!


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