Chi ha detto che non si può viaggiare? (9)


Giorno 9 - 22 aprile 2020





Giornata fantastica, e non poteva essere altrimenti il giorno del mio compleanno. Da quattro anni a questa a parte, dopo la mega festa dei miei 60 anni, passo questa giornata immerso nei viaggi e nella natura; Lesina, Croazia, Bosnia, e oggi sulle rive del Guadalquivir. Quello di quest'anno, potrei quasi considerarlo un ritiro monastico laico, e a me la solitudine consapevole mi riempie lo spirito e mi dona felicità. L'osservare l'acqua, come in questo momento tutto mio della mattina, mi rende sereno. Respiro profondo per qualche volta, e svuoto completamente i polmoni. Poi, lascio che il rumore ciclico delle onde entri dentro di me, e che il mio respiro si sincronizzi con quello del mare, del mondo. Avessi saputo, una ventina di anni fa, che un giorno avrei fatto di questi ragionamenti, mi sarei dato una pacca in testa,. Non consideravo la vita spirituale, o forse la consideravo unicamente come aggancio alla parola religione, che mi richiamava solo ad obblighi, pertanto scevra dalle gioie. Ma la gioia è una conquista interiore, non dipende dagli altri, mai! Solo tu puoi decidere se puoi essere gioioso e felice, anche nelle situazioni di solitudine e abbandono che la vita ci può riservare. Io ho deciso di vivere. Felice!













Cri è scesa in spiaggia, e vista la bella giornata abbiamo deciso di partire verso mezzogiorno. Dopo i primi chilometri in mezzo a dei centri abitati, faremo tutta strada di campagna, vicino alla riva sinistra del Guadalquivir, pertanto non avremo preoccupazioni di traffico o altro. Poi dall' Agarò, per la sua posizione, non ce ne andremmo più. Avremmo fatto volentieri una quarantina di giorni di deserto qui, ma dobbiamo andare. E' anche l'ultimo luogo di mare, poi punteremo verso l'interno, e questo ci fa ancor più indugiare sulla partenza.









Appena fuori Chipiona prendiamo una ex ferrovia, sterrata, che non è altro che quella che abbiamo seguito ieri. Stanno lavorando, e alcuni tratti sono già asfaltati Ci porta vicino alla riva del mare, ma è costeggiata dalle recinzioni di orti e coltivazioni, che ci impediscono l'accesso alla spiaggia . La Greenway ci permette di raggiungere san Lucar de Barrameda in tutta sicurezza. Adesso dovremo attraversare la città per poi guadagnare nuovamente la campagna.









Fuori San Lucar, la strada si fa interessante passando in mezzo a dolci declivi, coperti di coltivazioni, non so di cosa, la mia cultura contadina è notevolmente scarsa, forse riesco a riconosce il mais e i girasoli, se hanno il fiore! Quando prendiamo una strada sterrata, lasciando la bella, liscia, comoda strada asfaltata, Cri mi manda un'occhiata, che mi fa capire tutto in un baleno! Cosa mi invento adesso? Va ben è andata mi sta seguendo!









Una lunga strada , piatta, qualche pozzanghera per le piogge dei giorni scorsi, ma è una strada di quelle polverose, che se non avesse piovuto ieri, ci avrebbe solo fatto mangiare polvere. Per fortuna dopo un km, recuperiamo una traversa asfaltata, bastava proseguire duecento metri su quella di prima e non avremmo fatto sterrato, occhiata meritata: "Hai tutto tecnologico e non guardi neanche, vuoi sempre fare come dici tu", " Vero hai ragione, metti sul conto un'altra bastonata in testa", " Oggi è il tuo compleanno, te la abbono" L'asfalto dura qualche km, poi di nuovo sterrato, ma questo lo avevo già preannunciato a Cri. E' il parco Nazionale della Donana ed è splendido pedalare qui. Transenne di legno basse, una foresta di pini marittimi in cui inoltrarsi, verde e macchia mediterranea.









E' un parco immenso, con molte restrizioni. Qui siamo nella piccola parte sulla sponda sinistra del Guadalquivir. La parte interessante e selvaggia al massimo, si trova sulla destra. Avevo tentato di vedere come fare per raggiungere l'altra sponda, ma poi avremmo dovuto pedalare su spiagge o sentieri di sabbia, sprofondando con le ruote fine. Inoltre non ci sono paesi o città per chilometri e chilometri. Sarà per un'altra volta. Fine del percorso e cambiamento totale di paesaggio, si ritorna su campi coltivati e ci dirigiamo verso la sponda del Guadalquivir.





La raggiungiamo e la costeggiamo per alcuni chilometri. La strada è asfaltata anche se in brutte condizioni. Però il paesaggio con il fiume è sempre emozionante. Al nostro passaggio, dalla riva si alzano miriadi di uccelli, riconosciamo molti tipi di aironi, e nell'altra sponda, riconosciamo la sagoma di una cicogna. Ci ricorda quando abbiamo visto i nidi in Romania, o i condomini di cicogne in Portogallo. Praticamente avevano colonizzato gli alti e grandi tralicci della linea elettrica, costruendo i nidi nelle intersezioni dei tralicci. Ogni piano aveva i suoi appartamenti.









Seguiamo l'argine di un canale fino a raggiungere la strada principale che ci porta dritto dentro a Lebrija, la nostra meta per oggi. Ha una posizione leggermente sopraelevata, tanto da dominare il paesaggio circostante. Arriviamo all'Hotel Barrionuevo, è il meglio che poteva offrirci questa cittadina e va bene così. Troviamo anche una pasticceria aperta e prendiamo take-away un dolce preparato al momento, dai non lamentiamoci! Stasera dovremo cercare anche un ristorante, speriamo ce la facciano mangiare, altrimenti ce la scofaneremo in camera. Oggi 57 km, 5 ore. Domani ci attende Siviglia!






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