Camere d'aria 2020 pt.10 - Portovenere






Giro Manarola all'alba, ma il sole sorge dietro la montagna che la sovrasta. Il sole arriverà tra due ore. Dover lasciare questo posto ti lascia sempre nel dubbio: avro' visto a sufficienza ? Mi sarà sfuggito qualche scorcio o particolare che se facessi 20 metri in più potrei gustare? Ed ecco che i 20 metri in più si susseguono, uno dopo l'altro.

























Salgo fino in cima alla rupe su cui sorge il paese. Da qui posso vedere sia verso Rio maggiore e la via dell'amore, con la stazione che ne è praticamente la partenza, sia verso Corniglia. Vedo, in lontananza, le montagne sopra Levanto cinte ai fianchi da nuvole rosate. Scendo gradinate che corrono in mezzo alle case e fintantoché non arrivo all'angolo in fondo, non riesco a intuire se la scalinata procede oppure se sono finito in un vicolo cieco. Raggiungo il porto e da lì risalgo il lato verso Corniglia.

























La luce è diffusa, il sole non ha colpito ancora la cima delle case. Mi inerpico e vado sempre più in alto, la vista cambia continuamente. Decido di rientrare senza smettere di osservare. Arrivato alla chiesetta vicino all'alloggio, vedo sul fianco dei signori che stanno coltivando la terra sulle terrazze che servono da orto. Faccio un'ulteriore deviazione e salgo ancora più in alto, da qui posso dominare tutta Manarola, anche la parte non a picco sul mare. Sono passate due ore e il sole adesso comincia a colpire le prime case. Il paesaggio cambia colori. Il sole illumina il verde e diffonde il giallo e il rosso delle case. Si passa da colori acquarello, a forti tinte a olio. È ora di colazione, rientro e mi preparo anche per la partenza. Con calma, alle 10:20 parto . Chiaramente i primi 300 metri sono inaffrontabili. Già un locale mi aveva avvisato, che lui aveva abbandonato la sua bicicletta a 70 anni, perché non riusciva più a fare i primi 300 metri che sono al 13%. Non c'ho neanche provato . Spingo ed è molto dura anche a piedi. Per forza ieri ho fatto fatica in discesa, mettici che era anche bagnato, frenare era un'impresa . Dopo questa impennata iniziale, la strada prosegue con una pendenza più moderata, molto pedalabile, finché arrivo verso quota 300 metri di altitudine.

















Da lì splendide vedute sul mare quasi a strapiombo. L'azzurro è intenso e il sole scalda la pelle. Giù, in basso, il paese di Riomaggiore, con frotte di ragazzi appena scaricati dal treno. Per qualche km resto su questa balconata sul mare, fino ad una galleria, di oltre un km, che mi porta nel versante di La Spezia. Uscendo dalla galleria , noto subito un repentino cambio di vegetazione. Sarà perché si passa dal versante esposto a sud ad un versante a nord , però qui sembra quasi di essere in un bosco delle nostre colline dei Berici . Qualche cipresso , erba abbastanza alta e non più la macchia mediterranea .









Picchio su La Spezia e arrivato in pianura, una svolta decisa a destra e avanti verso Porto Venere . Circa 9 km di saliscendi, costeggiando anche la base navale di La Spezia. Portovenere mi trasmette subito buone vibrazioni. Vedere un vecchio borgo medievale, con il castello, una chiesetta sullo sfondo in mezzo al mare, mi fa venir voglia di salire in cima alla collina e ammirare il panorama dall'alto, tutto questo dopo aver riempito per bene il pancino.













Alle 14 parto e arrampico su per dei gradini, che passano a fianco alle mura del castello. Queste mura mi ricordano quelle che ho visto in Dalmazia, nel paese di Mali Ston, che circondano tutto il paese passando alte sul monte, per proteggere il paese anche da attacchi dal monte. In cima lo spettacolo è da far rimanere senza fiato. Mi faccio anche alcune foto. Poi scendo, non senza fatica, sui gradini molto alti e vado verso la chiesetta.

































Questa chiesa, dedicata a San Pietro, è stata costruita sul luogo su cui esisteva un tempio dedicato alla Dea Venere, nata dalla spuma del mare, che abbonda in questo luogo. Chiaramente il nome del paese prende origine da questo tempio. Bellissimi gli scorci dalle mura vicino alla chiesa, con aperture che mi permettono di vedere il mare più in basso. Da una di queste , intravedo una grotta, chiamata di Byron, nei pressi della quale, molte persone si recano per fare immersioni. Salgo anche in cima alla terrazza della chiesa, facendo molta attenzione alla scalinata, ormai resa liscia e scivolosa per i continui passaggi di persone e turisti.













Ritorno verso l'hotel dove alloggio, passando sotto le case colorate in fronte al mare , che hanno reso famosa Portovenere. Ormai il mio viaggio volge al termine. Domani piccolo trasferimento a La Spezia dove caricherò la bicicletta sulla macchina a nolo e ritornerò a Sanremo per recuperare la mia auto. Molto probabilmente, domani sera non riuscirò ad aggiornarvi sulla giornata in quanto, arriverò molto tardi, non abbiatevene a male. Anzi qualcuno, giustamente, tirerà un sospiro di sollievo alla notizia. Oggi 26 km in bici e 370 m. di dislivello.




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