Camere d'aria 2020 pt.6. Genova
L’Hotel di Varazze, dove ho passato la notte scorsa, era decisamente un hotel accogliente . Ho deciso anche di cenare in hotel, in quanto le recensioni, ad esso dedicato nei vari siti, erano decisamente positive .

Nonostante fosse anche lui affacciato sulla statale Aurelia, e probabilmente anche a causa di un traffico decisamente inferiore rispetto a quello di Pietra Ligure , non ho avuto nessun disturbo dalla strada . Avendo completato il mio blog ancora prima di cena, ho deciso di mettermi a nanna alle 10:30 . Però, l'Hotel deve avere una convenzione speciale con il cineforum di Varazze. Infatti, verso mezzanotte e mezza, nella camera vicino alla mia, era in programmazione la proiezione del film di Ingmar Bergman: “Sussurri e grida”, in due atti ridotti per esigenze televisive, ma nei quali gli attori hanno messo tutto il pathos possibile, il tutto dopo il prologo del pomeriggio .
A seguire il dibattito, come i cineforum che mi sono sempre piaciuti. Ad un certo punto, la discussione era scaduta nella banalità e non avendo più voglia di ascoltare , mi sono infilato i miei bravi batuffoli di cotone nelle orecchie e ho potuto dormire fino alle 6:00. Piove e tira un forte vento con provenienza est, oggi sarà tutto contrario. Minaccia anche pioggia.



Alle 9.15 partenza. Per quanto possibile seguo, nella parte iniziale , la sede della vecchia ferrovia che passa completamente in riva al mare. Da Varazze ad Arenzano con un susseguirsi di gallerie intervallate da visioni su scogliere dove le onde si infrangono con alti spruzzi, e in alcuni punti, le particelle di spuma di mare infranta ti si adagiavano sulla faccia e il resto del corpo . Da Arenzano tutta statale Aurelia, che diventa sempre più complicata e trafficata . Circa 20 km ancora per Genova, strade brutte da percorrere in bicicletta, buche, asfalto messo male, lavori, indisciplina da grande città. Arrivo in hotel prima delle 12:00 . Ieri mi avevano telefonato per dirmi, che l’hotel dove avevo prenotato, non era ancora stato riaperto e che pertanto mi avrebbero trasferito in un altro Hotel della catena, vicino al molo . Ero un po’ preoccupato, pensavo non fosse come quello che avevo scelto, invece straordinario!




Sono praticamente di fronte al mio obiettivo odierno, vale a dire l’acquario di Genova. Tento di acquistare un biglietto online, ma l’applicazione si pianta quando metto la data di nascita. Dopo quasi un’ora desisto e mi recò alle biglietterie autoconvincendomi che, se ero giunto fino a lì, un po’ di coda potevo anche farla. Non c’era praticamente nessuno, né fuori, né dentro. L’acquario è festa del mare, dei colori, dell’impianto scenico, e anche un po’ dell'illusionismo. Le vasche sono fatte, giustamente, per stupire e affascinare i grandi e i piccoli. Pesciolini, anche i più piccoli, più si avvicinano al vetro e più diventano grandi. Le luci sono studiate alla perfezione per far risaltare, tra ombre e fasci di luce, la bellezza e i colori dei vari pesci. Si entra e la prima cosa che si trova è una bellissima vasca con tre lamantini. Questi nuotano in mezzo a foglie di insalata di cui sono ghiotti. Sono praticamente le sirene e la loro coda ricorda quella di una sirena. Seconda vasca con squali e razze e altri pesci del Mediterraneo, come gattucci, pesci sega, orate e cernie. Le vasche sono svariate e tutte interessanti. Avevo immaginato più volte di fare una gita a Genova per l’acquario, ma poi ti dici sempre che è troppo lontano, ma non immaginavo di rimanere a bocca aperta davanti a questo spettacolo della natura, pur conscio che si tratta di una ricostruzione e che probabilmente, questi poveri pesci, non stanno poi così tanto bene, pur essendo sicuramente trattati molto bene da persone molto esperte e che li amano, però sono pur sempre in cattività.







Clicca qui e vedi La vasca dei pinguini
Le vasche che attirano più l’attenzione sono chiaramente quelle con i pinguini. Questi uccelli si tuffano e si vedono sia sopra che sotto l’acqua, per cui ci si diverte ai loro salti. Quando escono dall’acqua, saltando sulla roccia, rimangono ritti in piedi, e poi camminano nel loro modo buffo, magari bisticciando fra di loro.
Clicca qui per vedere le evoluzioni dei delfini
L’altra vasca, pur essendo al momento, per le note ragioni legate al virus, chiuse agli spettacoli, è quello dei delfini. Ho indovinato il momento in cui gli istruttori danno da mangiare facendo così anche giocare i delfini. Ad ogni pesce, una evoluzione, per la gioia di chi era lì in quel momento! Sono effettivamente emozionanti e fa capire quale intelligenza abbiano questi magnifici mammiferi. Tra una vasca e l’altra, mi faccio una bella focaccia ligure, una Coca e un muffin al cioccolato, che non deve mai mancare.



La visita prosegue tra i vari ambienti tropicali e anche delle nostre isole, fino ad arrivare, secondo me, all'apoteosi musicale-naturale delle meduse. Animali tanto fastidiosi e temuti, dai colori acquerello, dispensatori di gentile eleganza e di regale incedere, si esibiscono nella loro vasca in balli sincronizzati alla musica di Mozart.

Bellissimi da vedere anche i piranha con le loro macchie dorate, simili a paillettes, su una pelle rossiccia. Non pensavo fossero veramente così belli. La visita termina e piove, pertanto mi rifugio in hotel aspettando che cessi per fare un piccolo giro in centro a Genova.

Per accontentare mia sorella, che altrimenti continuerebbe a stressarmi se non lo facessi, per prima cosa mi reco in via del Campo per fotografarle la targa della via. Quasi un pellegrinaggio per quelli come noi, che se vengono a Genova, devono per forza incontrare un po’ di Fabrizio. Faccio una foto, penso di essere nel posto giusto, invece era Vico del campo. Sono un po’ in confusione, vedo chiaramente che c’è una retata in corso con un sacco di polizia, tanti ragazzi di colore messi in cerchio e fermati, un confabulare fra poliziotti e immigrati. Vedo una ragazza con un cane lupo abbastanza agitato, e non avendo visto il distintivo, chiedo: “ma è questa via del Campo?” No è quella di qua” La guardo, vedo il distintivo, Guardia di Finanza. “Faccio una foto e mi sembra il caso di andare via da qui.” Lei si mette a ridere: “Sì forse è meglio.” Nota di colore: credo che, se dovesse perquisire qualcuno, quel qualcuno di sicuro non si lamenterebbe, però il cane sembrava essere piuttosto geloso. Non sono zone che ti fanno sentire a tuo agio e secondo me, è stato il modo peggiore per entrare a conoscere una nuova città, ne resti scioccato, scosso, ritratto, guardingo, sospettoso.


ntro nel Duomo di San Lorenzo, non senza prima aver notato l'esterno della facciata a strisce Entro nel Duomo di San Lorenzo, non senza prima aver notato l’esterno della facciata a strisce bianche e nere, come in molte chiese della Liguria. Mi ha colpito la solitudine del sacerdote, addetto alle confessioni, curvo su sé stesso, in attesa che qualcuno chiedesse di essere ascoltato, ma forse, di questi tempi, pochi hanno ancora bisogno di essere ascoltati da un prete.

Giro Palazzo Ducale, quasi senza ritegno, mi intrufolo in porte, salgo scalinate, mi affaccio da balaustre, un discolo! Esco in piazza De Ferrari a sbizzarrirmi con le foto all’acqua delle fontane. Sulla piazza c’è anche il teatro Carlo Felice.

Cerco e trovo, con difficoltà la casa di Colombo, vicino al chiostro di Sant'Andrea.



Il pozzo di Giano bifronte, che si racconta sia il fondatore della città che porta il suo nome.

Ho fame. Consulto tripadvisor e punto su un'osteria vicina, Antica osteria Ravecca, al 28esimo posto, su 1800 ristoranti di Genova. Perfetto! Antipasto di gamberoni, primo di trofie con pescato del giorno e coppa di frutta, 25 euro!

Ritorno all'hotel, passando vicino al Bigo. L'aria si è rinfrescata, le nuvole hanno coperto il sole prima del tramonto, tra un po' pioverà. Oggi 34 km e 100 m. dislivello.
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