Camere d'aria 2020. Tappa 4. Canneto - Cefalù






Questa notte abbiamo dormito con le finestre aperte e senza accendere l'aria condizionata, anche se a metà notte forse sarebbe servita, e così abbiamo potuto sentire, in tutta la sua potenza, il fragore del mare sottostante l'hotel. Io che non riesco a dormire se vicino a me c'è qualcuno che fa un leggero rumore, sono riuscito a prendere sonno e a dormire tranquillamente con tutto quel fracasso, evidentemente era come un farsi cullare da lui. Le onde s'infrangevano sulla spiaggia di grossi sassi appena al di là della ferrovia




Ovviamente alle 6:20 ero sveglio, in quanto cominciava ad albeggiare e io con la luce non riesco a dormire. So che ho un compito oggi, quello di documentare per Antonio la sua cittadina natale, con una bella foto all'alba. E infatti, uscito in strada, Santo Stefano di Camastra appare illuminata dai primi raggi del sole.



Dietro due paesi, sui cocuzzoli vicini, talmente bianchi che potevano sembrare ricoperti di neve.






Ore 10:20 partenza verso Cefalù. Prendiamo la nostra strada statale 113, che risulta fino a questo momento ben pavimentata e scorrevole, Unico piccolo neo, lo sfalcio laterale, che per noi ciclisti è un problema, in quanto a volte mi sono venute in bocca, letteralmente, delle erbacce, dovendo passare vicino alla linea bianca di delimitazione della carreggiata.




Passaggio per Santo Stefano di Camastra. Facciamo alcune foto a qualche apprezzabile monumento e alla balaustra del Belvedere.




Giù da Santo Stefano di Camastra, verso i lidi, un cartello ci indica il monumento al poeta morto. Sappiamo che è una installazione moderna, di uno scultore in ricordo del fratello morto e che rappresenta una enorme finestra sul mare. Alcune foto e riprendiamo la strada statale 113. Un gheppio ci attraversa la strada in volo con la speranza che possa essere finito all'interno della nostra telecamera.





Verso mezzogiorno siamo a Castello di Tuso. Siamo meravigliati del fatto che per strada ci sia pochissimo traffico nonostante il giorno festivo. Ci sembra quasi di percorrere una ciclopedonale, tanto sono rare le macchine. A Pollina ci fermiamo a pranzare, abbiamo percorso 25 km e ce ne restano poco più di 15.




Per fortuna, nonostante ci siano dei bambini che mangiano, questi sono molto più educati di quelli delle ultime due sere, tanto che la mia sindrome di Erode è rientrata leggermente.


Ultimi chilometri verso Cefalù, che è sempre stata sullo sfondo del nostro viaggio odierno. La strada è un continuo saliscendi, ma lo spettacolo dei suoi colori del mare è inimmaginabile e penso non siano riproducibili, per qualsiasi apparecchio fotografico. Tentiamo di dare loro il nome più corrispondente: Blu, cobalto, azzurro, verde smeraldo, verde, verde marcio, grigio cenere…..



La ferrovia, che corre parallela alla statale, in prossimità di Cefalù, si cambia di posizione con la strada più volte con dei passaggi a livello. Si va in riva al mare. Qualche aerosol lo facciamo anche oggi. Le onde battono ancora violentemente sulle rocce a riva, alzando alti spruzzi che si nebulizzano infradiciandoci o per meglio dire, salandoci a puntino.




Cefalù, entrando da est, ti accoglie con una delle spiagge più belle della Sicilia, Kalura. Prendiamo alloggio alla Giara, che dispone di una terrazza panoramica che domina il paese e la Cattedrale






Doccia e via per un giro turistico per la città con il Duomo patrimonio Unesco. Visitiamo la grandiosa Chiesa, caratterizzata dalle due torri gemelle, da un maestoso ciclo di mosaici, sui quali spicca e sovrasta, il Cristo Pantocratore. Un antico organo fa da contraltare a quello più moderno. Sopra il duomo, sulla cima del monte, c’è la rocca.






Scendiamo verso il mare, sta arrivando il temporale. Sulla muraglia, che ripara la spiaggia/porto, dove vengono tirate a riva le piccole imbarcazioni, si aprono alcuni varchi, che lasciano intravedere l’orizzonte, in una tavolozza di colori che va dal bianco della schiuma del mare, fino al viola delle nuvole cariche di pioggia. Queste sembrano risucchiare l’acqua, con un vortice, dal blu profondo del mare.






Comincia a piovere e ripariamo in hotel. All’ora del tramonto salgo in terrazza. Il sole sta scendendo in mare avvolto da una aureola di pioggia che sembra diradarsi solo attorno al cerchio del sole. Un attimo, devo fuggire. La pioggia è violenta con folate di vento che mi rendono difficoltoso il respiro.






A destra, il buio puntinato da piccole luci che partono dal mare e più sparute raggiungono la collina. Al centro, il duomo illuminato di una luce calda, a mantenere la tonalità delle sue pietre come si vedono durante il giorno. Lo sfondo della parete della rocca, illuminato da fari a luce bianca fredda, fanno risaltare ancora di più la Chiesa costruita nel 1240. Sopra la parete, una gigantesca croce illuminata e ancora più sopra, una luna luminosissima, che si avvia ad essere piena nei prossimi giorni. Il vento è talmente forte che devo stringere per bene il cellulare tra le mani, senza riuscire a tenerlo fermo, scuserete il mosso d'autore!!!


Oggi 41 km e 355 metri di dislivello. Domani proseguiremo verso Bagheria.




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Qui il file GPS https://drive.google.com/file/d/1LB-HlFN958afcrdtPVJB9b58lEW-OFKE/view?usp=sharing


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