Camere d'aria 2021. Sicilia orientale Nona tappa

Finalmente sdraiati sul letto dopo 65 km di pedalata sotto un sole sempre cocente, che da noi possiamo avere solamente nei più caldi Agosto. L'hotel di Gela era particolarmente bello, hotel Archeo, abbiamo dormito benissimo e stamattina il programma diceva di fare una visita alle mura greche che sono proprio a fianco dell'hotel ed è il monumento più importante di Gela. Alle 9, orario indicato come apertura, mi reco ai cancelli, ma non c'è nessuno, tutto chiuso. Attendo un po', poi spazientito, cerco il numero della sovrintendenza ai beni culturali di Caltanissetta, ma a tutti i numeri, non risponde nessuno. So perfettamente che all'interno del parco, alla sera, vengono fatti degli spettacoli musicali, pertanto non è un problema di chiusura per covid. Trovo un numero dell'assessorato dei beni culturali di Gela e qui per fortuna mi rispondono. Mi riferiscono che il sito è chiuso, come da cartello apposto sul cancello e  per visitarlo occorre una prenotazione con almeno 2 giorni di anticipo. Faccio presente che non c'è alcun cartello. Impossibile, mi dicono. Ritorno sui miei passi, non c'è alcun cartello, Ritelefono e prendo la mia rivincita, da buon pidocchio quale posso esserein certi frangenti. Capisco che vorrebbero venire ad aprirmi solo per la figura che si sono fatti, ma non è il caso ribadisco, ma mettete il cartello che, altri come me, non rimangano qui ad aspettare per nulla.

Ci mettiamo in marcia e la strada ci colpisce subito, in quanto il panorama, non tanto verso il mare, ma verso l'entroterra, è veramente straordinario. Le colline sullo sfondo hanno dei colori a cui non siamo abituati, nonostante siano evidentemente secche e arse. Siamo circondati da colline, pertanto ben capiamo che la giornata non sarà in pianura. Infatti, dopo pochi chilometri cominciamo la salita verso Torre di Manfria, e allo  scollinamento, l'affaccio sul mare è da togliere il fiato. I colori sono molto più intensi, rispetto a ieri, in quanto l'aria era permeata dalla sabbia trasportata dal vento, che oggi invece non c'è. Caliamo sul lido di mManfria e evitando cancelli aperti con cani che invece di agitare la coda ti vengono incontro per prenderti i piedi, arriviamo sulla spiaggia. Ormai tutte le spiagge che abbiamo visto sono completamente vuote, distese di sabbia che si perdono all'orizzonte, racchiuse da quinte di roccia a guisa di teatro. Usciamo da Manfris e attraverso un percorso sterrato in mezzo alla campagna, non senza saliscendi, riprendiamo la strada statale 115. In lontananza vediamo un promontorio con un castello e l'indicazione di castello di Falconara. Decidiamo di visitarlo e non potevamo fare scelta migliore, non tanto per la bellezza incomparabile di questo posto e mi spiace pubblicare solo poche foto, ma anche perché è un luogo in cui è stato semplice fare incontri, e sapete benissimo che io non mi tiro mai indietro. Sulla spiaggia, sotto il castello, trovo una coppia, due parole ed entriamo subito in sintonia e spero che Valentino, visto che mi ha dato da poeta di emozioni, possa leggere questo passaggio che dedico a lui. Ma non è tutto. Un altro incontro straordinario con un viaggiatore a tutto tondo, Thair Abid, che sta girando tutto il mondo a piedi ed è sempre accompagnato da altre persone che incrocia nel suo pellegrinare. Mi dà una sua decalcomania e io pubblicherò una foto di lui sullo scoglio in fronte al castello. Di nuovo in sella e via verso Licata, che è il nostro punto di sosta per il pranzo. Ci fermiamo al Porto Nuovo, al ristorsnte La Luna, un ristorante che in verità meritava sicuramente un abbigliamento molto più consono e non il nostro ciclistico, per altro molto sudato. Piatti curati, sia nel gusto che nella vista, e tutti sapete molto bene che l'occhio vuole la sua parte anche nel cibo. Da Licata decidiamo di passare per Torre Gaffe, che raggiungiamo attraverso strade e stradine in mezzo alla campagna. Qui Cri si accorge, su un prato, della presenza di una cicogna, che non pensavo ci fossero al Sud. A Torre di Gaffe imparo un po' di storia. Fu infatti uno dei primi punti di sbarco degli alleati nella seconda Guerra mondiale. A noi si presenta come una spiaggia vastissima e con 4 kitesurfer che volteggiano sulle sue acque blu cobalto. Ci fermiamo su l'unico capanno, chiuso, e consumiamo un bel grappolo d'uva bianca che ci dona energia. Queste energie non saranno sufficienti per il percorso che dovremo affrontare. Infatti, per cercare di evitare un promontorio, che ci avrebbe portati a 180 metri e più di altitudine, decidiamo di percorrere la strada statale 115, senza raggiungerla però, ma solamente fiancheggiandola, molto probabilmente la vecchia statale. Non avrà mai superato quota 180, ma le salite sono state una infinita e soprattutto con delle pendenze assolutamente impossibili per noi. Ma il bello deve ancora venire. Sicuri che questa sera avremmo dormito in un b&b praticamente in riva al male, ci dirigiamo dove Google ci dà la posizione. Arriviamo sul posto, ma  non c'è niente. Due ragazzi giovani ci danno indicazioni per raggiungere questo posto che però è a 3 km, ed è tutta  salita, vicino al castello di Palma di Montichiari. Con una fatica becca, arriviamo a questo b&b che come rampa finale avrà un 40%, una cosa assurda. Ci accorgiamo che non c'è il ristorante, che dicevano esserci, in quanto chiuso. Gentilmente il proprietario capisce la situazione e ci dà il nome di un altro b&b annullando la prenotazione fatta su booking.com. Naturalmente ci sono altri 3 km da percorrere, Andiamo Cri, non ti incazzare che sono già abbastanza incazzato io . Fortunatamente troviamo una persona gentile nel b&b  riscelto e adesso devo dire che stiamo veramente bene. Qui abbiamo una casa praticamente tutta per noi. A domani per l'ultima tappa.

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