Viaggio nel tempo nella mia città: Vicenza nel Rinascimento

Photo 1: La chiesa di San Vincenzo (fine 1300), patrono della città, inglobata nel successivo Palazzo del Monte di Pietà. (il Monte di Pietà era il luogo dove si portavano i propri beni in pegno per avere soldi in cambio, ultima spiaggia per il sostentamento di molti che potevano possedere qualcosa, ovvio bisognava possedere qualcosa, pertanto i veramente poveri non vi avevano accesso).

Oggi vi parlerò della mia città. Non è propriamente un viaggio fisico, ma un viaggio nel tempo che ho fatto visitando la mostra in Basilica Palladiana sull'arte del 1500 a Vicenza: "La Fabbrica del Rinascimento" questo il titolo della mostra. Per gli amici che non lo sanno, Vicenza è Patrimonio Unesco per le ville e i palazzi costruiti nel Rinascimento da Andrea Palladio. Ma la domanda a cui tenta di dare una risposta la mostrà è: come ha fatto a diventare una città così importante? Quali i meriti e quali i personaggi che hanno influenzato il percorso della città per divenire ciò che ammiriamo adesso? Ovviamente eravamo nel Rinascimento italiano, dove le arti fiorivano in ogni angolo del Bel Paese. Ma per far fiorire l'arte occorrevano signori che finanziassero le opere e artisti che le realizzassero. Ed ecco spuntare anche a Vicenza dei mecenati, a volte visionari, ma sicuramente influenti nelle scelte dei governanti dell'epoca, oggi li chiameremmo influencers. Vicenza non ha mai avuto una Signoria come Padova, Treviso, Verona, era sottomessa a Venezia e alle sue leggi, ma aveva una grande capacità imprenditoriale soprattutto nella fabbricazione della seta, e in altri settori come quello orafo, tradizione che continua anche oggi. Dovete pensare che negli anni dopo la seconda guerra mondiale, praticamente una buona parte della popolazione di Vicenza era impegnata in orificeria e a testimonianza di ciò, si svolge ogni anno a Vicenza una delle fiere mondiali più importanti per il settore orafo.

Photo 2: Interno delle Logge costruite dal Palladio a completamento e sostegno del Palazzo della ragione con all'interno il Salone dei cento dove viene ospitata la mostra (1450 circa)

Photo 3: Il leone di san Marco, simbolo di Venezia, nel salone dei Cento. Qui si amministrava la giustizia.

Photo 4: Si noti il soffitto, realizzato in legno e rame, a carena di nave rovesciata.

Il percorrrere questa mostra mi ha portato ad incontrare i nomi di molti personaggi a cui sono intestate vie e piazze della mia città, ma a volte sono solo nomi con una citazione del mestiere che facevano: pittore, scultore, architetto, studioso, vescovo. "A ecco chi era!!" Quante volte l'ho pensato dentro di me ieri a volte confessando a me stesso una profonda ignoranza per fatti ed episodi che tutti dovrebbero conoscere della propria città.

Non esageriamo, non dico che non sapevo nulla, ma determinati episodi sono alquanto difficili da studiare a scuola. Come quella della venuta del vescovo Ridolfi agli inizi del 1500, parente dei Medici di Firenze. Palladio e altri su idea di Giangiorgio Trissino, trasformarono Vicenza in un grande set cinematografico, costruendo delle facciate posticce sulla via principale della città, nascondendo palazzi vecchi, e decorando la via con statue neoclassiche. Molte di quelle facciate vennero realizzate più in là negli anni costruendo così quello che oggi si chiama corso Palladio, la via principale di Vicenza, il vecchio decumano romano.

Photo 5: L'unzione di Davide di Paolo Veronese, conservato al Kunsthistorisches Museum Wien

Photo 6: Salita al calvario, Jacopo Bassano, The Fitzwilliam Museum, Cambridgre

Photo 7: Tommaso Rangone, Guardiano Grande della Scuola Grande di San Marco, Busto in Bronzo e preparatoria in creta di Alessandro Vittoria

Gli artisti che maggiormente hanno contribuito alla crescita culturale di Vicenza sono stati: Andrea Palladio architetto sommo. Si ispirò alle forme classiche dell'antica Roma. Suo il merito se Vicenza è inserita nelle liste Unesco dei Beni Patrimonio dell'Umanità. I pittori Paolo Veronese e Jacopo Bassano, lo scultore Alessandro Vittoria. Erano tutti e quattro legati da amicizia e a volte collaborarono tra loro per la realizzazione di alcune opere. Alcune delle loro opere.

Interessante capire quale fosse il valore le opere al tempo della loro realizzazione. C'erano molte monete in circolazione allora e gli autori della mostra hanno escogitato un sistema buffo ma geniale per capire meglio. Hanno trasformato i valori di acquisto in maiali. Sì avete capito bene, il maiale di medie dimensioni aveva un determinato valore e praticamente semplifica il calcolo e fa capire meglio il tutto, con anche raffronti su qual era il salario o il compenso della gente comune come un operaio o una cameriera.

Photo 8: Il costo della vita e gli stipendi annui nel 1500 paragonato al costo di un maiale di media taglia.

Photo 9: Il costo della vita e gli stipendi annui nel 1500 paragonato al costo di un maiale di media taglia.

Photo 10: Il crocefisso in oro e cristallo di rocca di valerio belli, preziosissimo allora e anche oggi .

Ovviamente adesso alcuni sono quadri con valore inestimabile che fanno bella mostra nelle gallerie più prestigiose del mondo, ma all'epoca i pittori guadagnavano ben poco rispetto a quello che potremmo pensare, era l'arte più mal pagata. Se la passava di poco meglio l'architetto Palladio, ma non riuscì mai a comperarsi una casa sua, viveva in affitto, in una casa modesta in fondo all'attuale Corso Palladio, diciamo che viveva quasi in periferia. Un po' meglio gli scultori come Vittoria ma con lavori saltuari. Il più pagato in assoluto, l'orafo Valerio Belli per la sua abilità nella lavorazione del cristallo di rocca e in oreficeria. Solo un'opera esposta concernente un crocefisso con i suoi medaglioni realizzati per il Papa Clemente VII.

Photo 11: Adorazione dei Magi di Jacopo Bassano, the Barber Institut Birmingham

Photo 12: Medaglione votivo di epoca romana, usato successivamente come fregio architettonico.

Photo 13: Paolo Veronese innova il ritratto familiare con soluzioni e pose mai viste prima, molto più familiari e meno formali. Ritratto di Livia Porto Thiene e di sua figlia Deidamia. The Walter Arts Museum, Baltimora

La conclusione ci porta al teatro Olimpico, sogno realizzato di Trissino e compagni. Progettato da Andrea Palladio che non vide mai l'opera realizzata in quanto morì poco dopo l'inizio dei lavori. L'opera fu completata da Vincenzo Scamozzi ( io ho frequentato la scuola Media a lui intestata), che realizzerà anche la scenografia in legno dell strade di Tebe per la prima rappresentazione, l'Edipo Re. Queste scenografie sono al loro posto dal 1585 e non sono mai state tolte, sono diventate il volto inconfondibile del teatro Olimpico, il più anticipo teatro coperto al mondo. Ma di Vincenzo Scamozzi pochi ricordano la sua vita. Potremmo dire che è stato l'architetto più sfortunato della storia. Molto probabilmente, non fosse nato Palladio, lui sarebbe ora ricordato come uno dei più grandi architetti mai esistiti. Costruì molti palazzi e ville e praticamente diffuse il pensiero di Palladio nel mondo con un trattato diventato il testo di riferimento per moltissimi architetti.

Photo 15: Il teatro Olimpico, progettato da Palladio, il teatro coperto più antico del mondo (1585) con la scenografia, icona del teatro stesso, realizzata da Vincenzo Scamozzi, colto allievo, avversario anche del Palladio stesso, che però ne continuò e ne divulgò anche ampliandola l'opera. Non sarà mai considerato quello che è stato, un grande architetto, forse il migliore di tutti se prima non ci fosse stato Palladio con la sua fama che non era possibile oscurare in alcun modo.

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