Firenze: un capolavoro nascosto

Photo 1: La Chiesa di Ognissanti Oggi vi porterò a conoscere un tesoro di Firenze, ma non così conosciuto come la Galleria degli Uffizi,  il Duomo, Santa Maria Novella, il Campanile di Giotto, Ponte Vecchio, il David di Michelangelo, Palazzo Vecchio. Vi porterò nella Chiesa di Ognissanti, la chiesa che ha sempre fatto riferimento alla famiglia Vespucci, e vi domanderete chi mai fosse la famiglia Vespucci. Ma la famiglia da cui proviene Amerigo Vespucci, colui che capì che Cristoforo Colombo non aveva scoperto la via alle indie, ma bensì aveva trovato un nuovo continente e infatti quel continente fu chiamato America in onore ad Amerigo Vespucci. Detto questo, a conferma che il popolo italiano è formato da santi, poeti e navigatori, (io devo ancora trovare in quale categoria potrei rientrare) vi porto dentro alla chiesa non prima di avervi mostrato il timpano del portone di ingresso con Incoronazione della Vergine e santi del 1510. Photo 2: Il portale con un timpano del 1510 riportante un alto rilievo con la Incoronazione di Maria Vergine con uno stuolo di Santi Iniziata attorno al 1250, la chiesa presenta una navata unica con una serie di cappelle ai lati e è una delle chiese che meglio si è conservata negli anni non avendo subito rimaneggiamenti nei secoli, soprattutto nel 700 e 800, come altte chiese fiorentine. In verità molte opere che ho fotografato, e come voi ben potrete osservare, risultano con i bordi rovinati. Infatti sopra queste opere straordinarie furono a loro volta dipinte altre opere, sebben di notevole pregio, ma non come quelle che tramite restauri effettuati in varie epoche, sono emersi. I primi restauri, quelli praticamente del ritrovamento di queste opere sotto alle altre, non sono stati ben curati, anche per il motivo che nell'800 non esisteva ancora la cultura del restauro moderna e così i bordi sono stati rovinati. In questi ultimi anni, grtazie alle nuove metodologie di restauro si è cercato di recuperare al meglio possibile nelle fattezze e nei colori le opere straordinarie di Giotto, di Botticelli e del Ghirlandaio. Photo 3: Deposizione di Gesù opera del Ghirlandaio del 1472 Per gli amici non italiani, che molto probabilmente si chiederanno chi possono essere questi artisti, posso dire che se avete visitato Gli Uffizi a Firenze, forse uno dei musei più importanti al mondo, sicuramente ricorderete i quadri "La primavera"  e "La Nascita di Venere" di Sandro Botticelli (fotografati da me in questo viaggio), pertanto potete capire quale importanza rivestono nel panorama dell'arte mondiale e in particolare del Rinascimento italiano. Botticelli, in particolare, è sepolto in questa chiesa a simboleggiare l'importanza che ha rivestito per la chiesa stessa. Photo 4: Sant'Agostino di Sandro Botticelli. Notare i bordi scrostati frutto di restauri dell'800 dopo che il quadro era stato ricoperto con un altro dipinto e nel tentativo di ripristinare l'originale, a causa delle scarse tecniche del tempo, si commisero degli errori irreparabili. Fortunatamente la parte centrale rimase quasi intatta. Ma l'opera, per cui è obbligatorio visitare questa chiesa, è uno straordinario crocefisso ligneo del 1315 eseguito da Giotto. Un'opera stupefacente, enorme, alta quasi cinque metri, che in origine era ancora più grande, comprendendo ai sui piedi una raffigurazione del monte Golgota, il luogo dove Gesù Cristo fu crocefisso. I suoi colori sono incredibilmente vivi, un azzurro che crea spazio come di cielo, e un oro accecante. Il capolavoro è sistemato nel transetto di sinistra che si pensa fosse stato completamente affrescato da Giotto, ma questi dipinti sono andati irrimediabilmente perduti in rifacimenti del 1600. Photo 5: la posizione del crocefisso di Giotto nel transetto sinistro Photo 6: Il crocefisso di Giotto capolavoro ligneo del 1315 Osservare il crocefisso dal basso, come erano costretti a fare i fedeli di allora, è una esperienza mistica ancora ai nostri giorni. La forza della suggestione del dover guardare verso l'alto e trovare un Dio che soffre, inchiodato, scarnificato, ma nel contempo glorioso, porta alla preghiera anche i più riottosi come me, quasi ipnotizzato dalla forza espressiva e dai colori che risaltano sotto un gioco di fari studiati alla perfezione. Si è sempre pensato che non fosse opera di Giotto ma della sua scuola o di un suo parente, invece agli inizi degli anni 2000 è stata trovata la prova inconfutabile che ad eseguire questo capolavoro è stato Giotto in persona. Un capolavoro ritrovato per il quale da solo vale la pena di un viaggio a Firenze.

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